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Riciclaggio e generazioni a confronto

Negli ultimi tempi si sente sempre più parlare di riciclaggio, ma quanti sanno realmente cosa vuol dire riciclare? Mediante l’espressione “riciclaggio di rifiuti” si intendono tutte le pratiche e le azioni volte a ricavare dei materiali utili da oggetti che altrimenti verrebbero smaltiti nelle discariche. Il nostro obiettivo è quello di capire quali sensazioni spingono a riciclare e per raggiungerlo abbiamo selezionato individui che rappresentano diverse generazioni con approcci differenti verso la questione.

A tutti i candidati sono state poste le medesime domande di carattere generale, per comprendere a pieno il loro pensiero verso l’inquinamento, focalizzando l’attenzione in modo particolare sul riciclaggio. Qui di seguito riporteremo alcuni passaggi salienti delle interviste che abbiamo effettuato.

Il primo candidato è un ragazzo della nostra età che ritiene di essere molto sensibile al tema dell’ambiente e dei rifiuti ed inoltre teme un peggioramento di tale fenomeno se non si apportano modifiche immediate, è perciò fondamentale per lui non ignorare il problema.Sostiene di provare rabbia verso le generazioni precedenti che non si sono curate di limitare la situazione di pericolo quando era ancora facile da reprimere, lasciando così un mondo degradato ai successori.

 

La nostra indagine continua con l’opinione di Georgia, madre di un componente del gruppo che alla domanda “Cosa significa per te riciclare?”, risponde che per lei significa avere molta attenzione per il nostro pianeta e per tutto ciò che ci circonda perché è importante salvaguardarlo, in primo luogo per noi e in secondo luogo per le generazioni future. Afferma inoltre di aver iniziato da pochi anni a prendere sul serio la questione dell’inquinamento e quindi a partecipare attivamente per migliorare la situazione, perché ritiene di non aver avuto un’adeguata sensibilizzazione al riciclo da bambina,in quanto il problema veniva quasi del tutto ignorato. Al giorno d’oggi Georgia si impegna ad effettuare la raccolta differenziata, ma ritiene che i metodi utilizzati non siano abbastanza efficaci per riuscire ad apportare un cambiamento positivo, almeno non in breve tempo.La madre in seguito esprime le sensazioni provate nel vedere interi paesaggi ed ecosistemi deturpati dalle sostanze inquinanti e si sente in colpa credendo di essere intervenuta troppo tardi.

Gli ultimi soggetti da noi analizzati sono i nonni di un altro componente del gruppo,che hanno messo in luce il contrasto tra passato e presente. Entrambi considerano il “riciclo” come il riutilizzo di oggetti, adibendoli ad usi differenti rispetto a quelli concepiti inizialmente e ritengono che sia importante effettuare misure di questo tipo per ridurre l’inquinamento.In aggiunta illustrano come nel passato,prima dell’avvento della plastica,si usassero materiali molto meno dannosi per l’ambiente, ad esempio nei supermercati gli alimenti erano contenuti all’interno di involucri di carta, oppure l’acqua era disponibile solo in bottiglie di vetro, perfettamente destinabili ad altri usi. Uno dei due intervistati attraverso l’espressione “riciclare è vita” sottolinea l’incredibile importanza di tale gesto, che se non correttamente eseguito potrebbe distruggere l’avvenire.

 

Sentendo le testimonianze e confrontandole abbiamo capito che tutte hanno in comune il desiderio di contribuire alla creazione di un pianeta migliore, dove i cittadini pensano in egual misura al proprio benessere e a quello della natura. Tutto ciò ci fa riflettere sul fatto che le persone che hanno colto i segnali di allarme ci sono e che ora c’è solo bisogno di mobilitarsi concretizzando le parole.