Buone Notizie

Finalmente… buone notizie sulla plastica!

Negli ultimi anni, il problema della plastica e dell’inquinamento è diventato un argomento molto discusso, specialmente fra i giovani.
Ciò ha fatto sì che venissero presi dei provvedimenti per cercare di alleggerire e risolvere il problema.

Cosa si sta facendo in Italia e in Europa

Nel 2019 sono state riciclate 617.292 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica. Nello stesso anno l’Eurostat ha stabilito che ogni persona dell’UE ha generato 34,4 kg di rifiuti di cui 14,1 kg sono stati riciclati.

In Italia entro il 2023 verrà introdotta una tassa chiamata “Plastic Tax”, che ha come scopo il disincentivoTassa dell’utilizzo dei prodotti di plastica e la riduzione della produzione dei manufatti di plastica monouso.
Si tratta di un’imposta del valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto (i cosiddetti MACSI). Tale costo graverà indirettamente, ovviamente, sull’acquirente.

Imballaggio di plastica

Dal punto di vista europeo, il 3 luglio 2021 è stata adottata la direttiva “Single Use Plastic” (SUP), un insieme di norme stabilite per limitare prodotti e imballaggi di plastica che rientrano tra i dieci più spesso rinvenuti sulle spiagge europee e per i quali esistono alternative in commercio.

I residui di plastica che si accumulano nei mari, negli oceani e sulle spiagge sono ingeriti da tante specie marine che vengono messe in pericolo. Ma anche da tanti pesci e crostacei che fanno parte della catena alimentare umana.
Sono sempre di più gli Stati europei che si stanno allineando con nuovi decreti attuativi, che vietano l’utilizzo della plastica negli imballaggi monouso.

Ma quali sono i prodotti vietati dalla normativa?
Di seguito l’elenco in specifico:

  • Posate e piatti in plastica
  • Cannucce
  • Bastoncini cotonati
  • Contenitori per alimenti e per bevande in poliestere espanso
  • Mescolatori per bevande
  • Aste per palloncini
  • Contenitori per bevande in EPS

WWF Italia e Calzedonia: missione spiagge pulite

inquinamento spiaggia

Lo sai che ogni anno finiscono nel Mar Mediterraneo 570 mila tonnellate di plastica? Con il risultato che per ogni chilometro di litorale, si accumulano oltre 5 kg di rifiuti plastici al giorno.

Più di 33 mila bottiglie di plastica finiscono nel Mediterraneo ogni minuto. L’inquinamento di questo mare ha raggiunto oggi livelli record a causa dell’incapacità dei Paesi del Mediterraneo di gestire i propri rifiuti di plastica.

Il report WWFFermiamo l’inquinamento da Plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio mare” ha esaminato e individuato le cause e i responsabili della cattiva gestione del sistema dei rifiuti nei vari paesi e definito un piano di azioni per salvare il mare dalla plastica.

Per sensibilizzare sull’argomento, nel 2021 WWF Italia e Calzedonia hanno deciso di unirsi insieme nel progetto “Missione Spiagge Pulite“. La collaborazione si è svolta per tutto l’anno 2021. Il loro obiettivo consisteva nel liberare un milione e mezzo di metri quadrati di spiagge italiane dalle plastiche e dai rifiuti abbandonati e dispersi.
Anche migliaia di persone con a cuore il progetto sono scese in campo, dando il loro contributo!

Tutti noi, però, possiamo fare la differenza aiutando nel nostro piccolo.

Buone Notizie

Sfida in corso… Organismi vs Plastica

Un filtro per rifiuti da microplastica

Un gruppo di ricerca ha provato a dimostrare in quale modo ridurre i rifiuti di plastica nei nostri oceani.

esaminazione microplastiche

Le microplastiche sono particelle di plastica molto piccole. Non superano i 5 millimetri di diametro. Queste particelle provengono da due fonti principali: il lavaggio di capi sintetici e l’abrasione dei pneumatici durante la guida. Il processo di degrado può avvenire in mare o sulla terra.

Nell’ambiente marino le plastiche si depositano sul fondo del mare, così che rendono la rimozione più difficile. Ad aggravare il problema, persino le microplastiche che galleggiano finiscono sul fondo del mare. Gli organismi ingeriscono le particelle e le trasferiscono sul fondale oceanico, oppure sono trasportate lì da correnti.

go gelly acchiappa microplasticheGo Jelly   è un progetto finanziato dall’Unione Europea che utilizza il muco prodotto dalle meduse come fonte di soluzione innovativa per combattere i rifiuti marini. Approfittando della capacità di questo muco di legare le microplastiche, i ricercatori di Go Jelly prevedono di utilizzarlo per sviluppare un filtro. Nelle fabbriche dove viene prodotta la microplastica, il biofiltro  verrà utilizzato negli impianti di trattamento delle acque reflue . Ciò potrebbe contribuire a impedire che gran parte delle particelle di microplastica entrino nei sistemi marini.

Inoltre Go Jelly prevede l’uscita di un libro con ricette a base di meduse. In Europa non sono ancora autorizzate per uso alimentare, contrariamente in estremo Oriente dove sono utilizzate da più di 2000 anni. Oltre ad essere impiegate per combattere le microplastiche possono diventare una risorsa alimentare nuova ecosostenibile.  Le meduse possono anche essere utilizzate nel settore cosmetico grazie alla loro grossa quantità di collagene, oppure servire per la realizzazione di fertilizzanti “bio” e mangimi.

Non tutti i batteri sono cattivi

mare dall'alto flora e fauna

Ideonella Sakaiensis, è il primo e l’unico batterio finora conosciuto, che serve per degradare completamente il PET. Il PET è il polietilene tereftalato, la plastica usata per produrre tonnellate di contenitori. Dei ricercatori di Kyoto hanno scoperto questo batterio nel 2016 tra centinaia di bottiglie di plastica in Giappone.
Grazie a tecniche di biochimica e di genetica i ricercatori sono riusciti a scoprire che il batterio riesce a mangiare la plastica tramite una speciale coppia di enzimi. Questo processo non è molto veloce, infatti al batterio occorrono circa 6 settimane a temperature di 30°C per degradare un pezzettino da appena 60 mg di PET.  Esso potrebbe essere usato non solo per smaltire il PET ma anche per riciclare i suoi componenti. In questo modo elimina la necessità di produrli nuovamente, a partire dal petrolio.

In aggiunta, è stato scoperto che la larva di Tenebrione Mugnaio (Tenebrio Molitor) è in grado di digerire polistirene. Il polistirene è un altro tipo di plastica comunemente utilizzato sul mercato.

Non lasciamo comunque tutto il lavoro sporco a questi batteri. Noi possiamo fare la differenza.

Fonti

https://www.treccani.it/enciclopedia/trovato-il-batterio-mangiaplastica_%28Il-Libro-dell%27Anno%29/

Un libro raccoglie le ricette a base di meduse – Corriere Nazionale

Buone Notizie

ADDIO PLASTICA: ECCO LE NUOVE SOLUZIONI!

L’UE DICHIARA GUERRA ALLA PLASTICA MONOUSO

L’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali

E’ ufficiale: il 2021 sarà l’anno della svolta. Così, infatti, la Commissione Europea ha dichiarato apertamente la buona notizia il 28 maggio 2018, vietando i 10 prodotti di plastica mono-uso che più inquinano i mari d’Europa e che insieme rappresentano il 70% dei rifiuti marini.

Ecco cosa prevedono le nuove norme europee:

  • Divieto di commercializzare determinati prodotti: esso si applicherà a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. Tutti questi oggetti saranno fabbricati con materiali sostenibili e i contenitori per bevande saranno accettati solo se i tappi e i coperchi rimarranno attaccati ad esso;
  • Obiettivi di riduzione del consumo: gli Stati membri potranno ridurre l’uso della plastica fissando obiettivi nazionali e mettendo a disposizione prodotti alternativi o impedendo che i prodotti mono uso siano forniti gratuitamente.
  • Obiettivi di raccolta: entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica usa e getta introducendo, ad esempio, sistemi di cauzione/deposito.

Inoltre, il 5 giugno, per celebrare la giornata mondiale dell’ambiente, la Commissione lancerà anche una campagna di sensibilizzazione a livello di Ue per puntare i riflettori sulla scelta dei consumatori e sul ruolo che hanno i singoli cittadini nella lotta contro l’inquinamento da plastica e i rifiuti marini.

PLASTICSEUROPE: UN’ECONOMIA SOSTENIBILE.

 

La Commissione europea intende trasformare l’Europa in una più circolare e sostenibile economia efficiente.

È in questo spirito di impegno per le generazioni future, che PlasticsEurope ha deciso di creare un
serie di obiettivi ambiziosi e iniziative fino al 2030.
L’Impegno volontario si concentra sulla prevenzione della perdita di materie plastiche
nell’ambiente, migliorando l’efficienza delle risorse e la circolarità delle materie plastiche come
imballaggi.
PlasticsEurope mirerà a raggiungere l’obiettivo di riutilizzo, riciclaggio e recupero al 100%
di tutti gli imballaggi in plastica nell’UE-28, in Norvegia e in Svizzera entro il 2040.

MANGIAMO CIO’ CHE INDOSSIAMO: SOLUZIONI?

 

Abbiamo notato un problema: ogni volta che facciamo il bucato, i nostri vestiti versano minuscole microfibre invisibili, composte da plastica. Queste scendono nelle fogne delle nostre lavatrici e nei nostri corsi d’acqua, e molti di noi non lo sanno nemmeno! C’è plastica che si nasconde nei nostri corsi d’acqua e nell’oceano e questo non è eccezionale per gli animali che vivono in quelle acque o per noi.

Ecco la soluzione che il mercato statunitense sta lanciando a prezzi accessibili:

Cora ball

 

La Cora Ball è un nuovo tipo di palla da bucato. Ispirato dal modo in cui i coralli filtrano l’oceano, Cora Ball raccoglie le microfibre degli indumenti, così da poterle smaltire nel modo giusto. Insieme, teniamo queste microfibre fuori dai nostri corsi d’acqua e dal nostro oceano. Sì! Basta lanciare la Cora Ball nella lavatrice. È un semplice passaggio che ha un forte impatto dopo il lavaggio.

Se il 10% delle famiglie statunitensi usa una palla Cora, possiamo mantenere l’equivalente di plastica di oltre 30 milioni di bottiglie d’acqua da ogni anno nei nostri corsi d’acqua pubblici.

E’ importante infine ricordarsi che…

“LE AZIONI PICCOLE E COLLETTIVE HANNO IL POTERE DI RAGGIUNGERE GRANDI RISULTATI”