Riviera

Come riutilizzare le colonie della nostra riviera?

Le colonie bolognesi sono nate negli anni ’30 come risposta alle difficili condizioni di vita di molti bambini e giovani della città. Inizialmente, venivano organizzate per i bambini bisognosi o per coloro che non avevano la possibilità di trascorrere le vacanze altrove. Tuttavia, nel corso degli anni, le colonie si sono aperte a un pubblico più ampio, accogliendo anche bambini provenienti da famiglie più agiate.

 

Le strutture delle colonie bolognesi erano dotate di alloggi, cucine, refettori, spazi per attività ricreative e sportive. I bambini venivano supervisionati da un personale qualificato, cui educatori e animatori, che organizzavano una serie di attività per intrattenere e coinvolgere i ragazzi durante la loro permanenza. Le colonie diventarono molto popolari e rappresentavano un’importante occasione di socializzazione e svago: i bambini potevano godere del contatto con la natura, partecipare a escursioni, fare sport e prendere parte a laboratori e attività culturali.

Negli anni, il concetto di colonie estive è cambiato e si sono diffuse altre forme di vacanza, tuttavia hanno mantenuto una certa rilevanza e sono rimaste una tradizione nel territorio della città.
Le colonie bolognesi potrebbero essere riutilizzate in diversi modi, a seconda delle esigenze e delle opportunità del contesto attuale.

Ecco alcune possibili alternative:
Centri educativi: potrebbero essere trasformate in centri educativi estivi, offrendo programmi che combinano attività ricreative, sportive, artistiche e culturali. Questo tipo di riutilizzo consentirebbe ai bambini di imparare e divertirsi durante le vacanze estive, promuovendo l’apprendimento e lo sviluppo personale.
Centri per attività all’aria aperta: Si potrebbero adattare per diventare centri per attività all’aria aperta, come campeggi o luoghi per escursioni. Ci sarà la possibilità di organizzare percorsi naturalistici, avventure di orienteering, arrampicate e altre attività che incoraggiano il contatto con la natura e lo sviluppo di abilità all’aperto.
Residenze per artisti e creativi: Le colonie potrebbero essere ristrutturate per diventare residenze per artisti, scrittori o creativi di varie discipline. Il loro riutilizzo offrirebbe un ambiente tranquillo e stimolante per la produzione artistica, consentendo agli artisti di trascorrere un periodo di tempo concentrato sulla loro pratica creativa.
Centri di formazione e laboratori: Le colonie potrebbero essere utilizzate come centri di formazione e laboratori per varie attività, come corsi di musica, danza, teatro, fotografia o cucina. Questo consentirebbe alle persone di partecipare a programmi di apprendimento specializzati e di sviluppare nuove competenze e passioni.
Centri di accoglienza per rifugiati o famiglie in difficoltà: Le colonie potrebbero essere trasformate in centri di accoglienza temporanea per rifugiati o famiglie in difficoltà. Il loro riuso potrebbe offrire un luogo sicuro e confortevole per coloro che hanno bisogno di assistenza e supporto durante un periodo di transizione.

In conclusione vogliamo dire che queste colonie possono essere una risorsa molto importante per la nostra riviera e possono essere sfruttate in diverse maniere anziché lasciarle in disuso e in uno stato di abbandono.

Buone Notizie

La Fondazione Cetacea nella Riviera Romagnola

Ultimamente il tema della tutela della vita animale ha sollevato un ampio dibattito,  ciò ha portato ad una creazione da parte dell’UNESCO della dichiarazione universale dei diritti dell’animale in cui troviamo 14 articoli che tutelano la fauna: non solo queste forme di vita vengono protette dall’UNESCO, ma anche dalla recente riforma del 2022 dell’articolo 9 dove, oltre alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico, è stata aggiunta la tutela ambientale. Gli animali, generalmente, sono tenuti all’interno di gabbie con temperature stabili e una creazione di un semi habitat, però diciamo che stare chiusi in una gabbia di vetro non è come essere in libertà.

Oggi per fortuna sono nate associazioni che tutelano le specie animali, per esempio vicino a noi è nata la Fondazione Cetacea di Riccione nel 2008 e si è subito trasformata in una vera e propria Onlus. Questa associazione gestisce il centro di recupero di Tartarughe marine dell’Emilia-Romagna, dove vengono curate e restituite al mare, oltre 700 tartarughe sono già state liberate. La fondazione ha come obiettivo quello di aiutare gli animali feriti, maltrattati, con difficoltà motorie etc; per questo si ha l’intenzione di trasformare il vecchio delfinario di Rimini in un ospedale veterinario e grazie agli specialisti che ci lavoreranno, si potrà tutelare e curare in modo efficiente il mondo animale.

Al giorno d’oggi molti animali soffrono a causa della plastica, della pesca illegale e tante altre azioni che senza tutela portano ad un rischio per la loro salute.

Re-Re-Re

Non buttare, inizia a riusare!

In Italia si conta che nell’ultimo decennio siano state prodotte circa 1.500.000 tonnellate di rifiuti tessili. Equivalgono in media a 50 capi a persona.

Con l’approvazione del pacchetto rifiuti europeo, tutti gli Stati Europei dovranno rendere obbligatoria, a partire dal 2025, la raccolta differenziata dei vecchi indumenti usati. Questo sta già accadendo in Italia per esempio con associazioni come l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e la CONAU (Associazione Nazionale Abiti e Accessori Usati), che sono responsabili della gestione dei rifiuti tessili attraverso gli appositi cassonetti, al fine di minimizzare gli sprechi e garantire il corretto smaltimento dei capi.

Lo stile di vita da adottare è quindi quello di produrre meno rifiuti e aumentare la raccolta differenziata dei capi d’abbigliamento.
Grazie alla raccolta e quindi al riciclo dei rifiuti tessili si dà a questi vestiti una nuova vita.

In Emilia Romagna, per esempio, il progetto “Recooper” (promosso per la raccolta e lo smistamento dei vecchi vestiti usati nelle province di Modena, Bologna e Ferrara) dona gran parte dei capi raccolti a piccoli villaggi africani, come in Camerun, mentre il resto viene riciclato oppure smistato appunto tra le province.

Cosa possiamo fare noi a Rimini?
Anche Rimini e la sua provincia fanno tanto per ridurre gli sprechi tessili.
D’estate o d’inverno infatti a Rimini si tengono ogni anno centinaia di mercatini, i cui consueti orari e giorni sono ormai diventati noti a tutti. Uno dei più grandi nella regione dell’Emilia Romagna è quello che si tiene rispettivamente il mercoledì e sabato mattina, nel quadrante Est del centro storico, che è diventato un vero e proprio centro commerciale. Particolarmente frequentati nei mesi estivi, da giugno a settembre sono i mercatini che animano il lungomare di Rimini. Ogni sera, a cadenza settimanale, gli stand sgargianti si spostano da una zona a un’altra percorrendo tutto il lungomare.

Il tipo di merce che prevale in questi mercatini è il vestiario. La città di Rimini, come la sua provincia, infatti, promuove il riutilizzo dei capi di abbigliamento usati attraverso l’autorizzazione della messa a punto di mercatini, che non solo sono attrazioni per i turisti, ma anche delle modalità di riciclo.

Esistono poi altri modi attraverso i quali si possono ridurre i rifiuti tessili, uno tra i quali è il donare alla Caritas, l’organo pastorale della diocesi di Rimini, che fa dei vestiti ricevuti una vera e propria risorsa per i  missionari nei paesi poveri. Anche il  Campo Lavoro Missionario a Riccione,  ha lo scopo di finanziare alcuni progetti missionari nei paesi poveri attraverso la vendita di materiali di scarto.

Ultimo ma non per importanza, è diventata sempre più diffusa la modalità di vendita attraverso delle applicazioni, che permettono a venditori e clienti di svolgere la transazione comodamente da casa, un esempio potrebbe essere l’app di Vinted.

Vinted è un’applicazione che ha fatto riscoprire a molte persone quanto possa essere bella la moda di seconda mano. E’ un giro di affari che sta crescendo sempre più, che ha portato molte persone a rivalutare il valore dei capi usati e molte altre sono riuscite  a ridurre lo spreco di vestiti!

Noi

Come i social affrontano l’inquinamento

Viviamo in un mondo dove costantemente si combatte per la sostenibilità ambientale e per la salvaguardia del nostro pianeta. I paesi, tramite degli interventi legislativi, mirano ad incentivare i propri cittadini a svolgere azioni più sostenibili al fine di migliorare la vita sociale, economica e della terra. Tuttavia si è sentita la necessità di trovare nuovi mezzi di diffusione per spronare sempre più persone, ad esempio tramite i social network. Infatti, oggi più che mai, si stanno affermando i cosiddetti green influencer, coloro che hanno il potere di influenzare e sensibilizzare i propri follower su questioni ambientali. Grazie alla portata sempre più ampia delle loro audience e l’utilizzo incessante delle piattaforme social, essi generano un impatto efficace sulla coscienza unanime dal punto di vista ambientale.

Uno studio condotto dall’Università Lum, ha affermato che le persone esposte a contenuti educativi, sull’utilizzo consapevole della plastica, presenti sul proprio feed dei social, sono più motivate a compiere tali azioni. A tal proposito, numerose imprese hanno sfruttato il potenziale dei social media per la promozione di iniziative sostenibili e per generare comportamenti positivi da parte degli utenti. Quest’ultimi, interagendo con la pagina, quindi, mettendo “mi piace” o commentando un post, facilitano il comportamento appropriato dando vita ad un circolo virtuoso indiretto di sostegno per la diffusione di queste pratiche.

Un esempio emblematico di green influencer è Camilla Mendini, alias Carotilla, la quale dal 2016 si impegna ad affrontare tematiche come slow fashion, economia circolare e zero waste. Fu la prima Green Influencer italiana a trattare questi contenuti su Instagram e Youtube. Nel 2018 lanciò il suo brand di abbigliamento (chiamato “Amorilla”) che utilizza tessuti sostenibili e prodotti cosmetici con tinture naturali. Inoltre, Camilla ha creato degli hashtag per le tematiche da essa svolte come #5minshower, dove la challenge invita a fare una doccia in meno di 5 minuti per risparmiare acqua; #rifiutairifiuti, in quanto Camilla si è mostrata attiva nella pulizia di strade, parchi, spiagge e luoghi urbani; #1dress7days, dimostrando che indossare lo stesso capo per una settimana intera non intacca lo stile di una persona.

 

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Perché?

Educazione sostenibile: investire sull’acqua nelle scuole

Uno dei temi più discussi negli ultimi tempi è certamente quello riguardante lo sviluppo sostenibile, ma che cos’è?

E’ un percorso educativo in cui si acquisisce la consapevolezza sui temi della sostenibilità sociale, economica e ambientale. È un tema talmente importante che è diventato uno dei punti dell’obiettivo 4 (“istruzione di qualità”) dell’Agenda 2030 ONU.

Tra gli obiettivi principali che ogni scuola deve raggiungere ci sono:

  • accrescere in ogni ragazzo il rapporto con l’ambiente e le diversità naturali e socio culturali del territorio;
  • sensibilizzare sulle tematiche della sostenibilità per agire consapevolmente;
  • riconoscere comportamenti positivi per l’ambiente e il contributo delle innovazioni.

A tal proposito anche le scuole del territorio romagnolo si sono attivate promuovendo alcuni progetti, uno di questi, chiamato “Acqua e scuole 2020”, riguarda l’iniziativa del comune di Rimini, finanziata dall’ ATERSIR un’agenzia locale che si occupa del servizio idrico e della gestione dei rifiuti.

Quest’ultimo è un progetto che ha come principale obiettivo la riduzione di rifiuti in plastica tramite una fornitura nei principali istituti sulla riviera di borracce e erogatori.

Attualmente a Rimini sono stati installati erogatori per la fornitura di acqua potabile e filtrata nelle scuole, di cui 3 nella “Di Duccio”, 2 nella “Borgese”, 4 nelle “Panzini”, 3 nelle “Fermi”, 3 nelle “Alighieri” e 4 alle “Marvelli”, per un totale di 22 erogatori e 3500 borracce distribuite agli alunni.

Ciò ha permesso di educare i più piccoli ad un comportamento responsabile nei confronti della sostenibilità ambientale ;inoltre per incentivare l’utilizzo di questi dispositivi, sono stati collocati in punti strategici degli istituti, come aule e palestre, per garantire una massima semplicità nel loro utilizzo.

All’inaugurazione hanno inoltre presenziato, oltre agli assessori Anna Montini e Mattia Morolli del Comune di Rimini, anche il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè e Alessandro Rapone, presidente di Amir.

Questa iniziativa ha avuto riscontri talmente positivi da essere estesa anche nei comuni di Riccione, Coriano, Verucchio, Santarcangelo di Romagna, Misano Adriatico con il nome di “Una borraccia per l’ambiente”

Riviera

Divieto dei mozziconi a riva dall’estate 2023 in Romagna

Dal 1 aprile 2023 al prossimo 29 settembre, a Riccione sarà vietato fumare anche solo in riva al mare. Una decisione presa dalla sindaca Daniela Angelini per promuovere un ambiente marittimo più pulito. Nel 2015 la città di Riccione fece già un tentativo attraverso il progetto “Respira aria di mare” adottato dal Marano Beach, il quale garantiva uno sconto del 20% su lettini e ombrelloni per chiunque rinunciasse alla sigaretta. Ora invece c’è una svolta, almeno per quanto riguarda la battigia, ossia quel tratto di spiaggia larga 5 metri dalla linea di mare dove di solito si passeggia. Resterà comunque la possibilità di fumare sotto l’ombrellone con l’apposito posacenere. Questo provvedimento è già stato adottato dalle altre spiagge della riviera come Rimini, Ravenna e Cesenatico e non solo ma anche Pesaro, San Benedetto del Tronto e Sirolo nelle Marche.

Per i trasgressori di questa norma ci sono delle multe da capogiro! che possono partire dai 25 fino ad arrivare ai 500 euro. A recarsi sul posto per fare dei sopralluoghi saranno direttamente i poliziotti municipali che in caso di mancato rispetto delle norme potranno emanare un verbale scritto. Insieme a questo problema, il comune di Rimini vieta il consumo di sigarette sulla battigia in tutte le sue spiagge. La decisione è coerente con l’obiettivo di dare maggiore sicurezza ai non fumatori in una zona affollata, come la spiaggia nel periodo estivo, ma ha anche l’obiettivo di ridurre la quantità di mozziconi di sigarette a terra e in mare. Secondo un’indagine di NBC News, i filtri delle sigarette danneggiano l’oceano più della plastica.

Ma quali sono gli effetti che provocano i mozziconi nei nostri mari?

I mozziconi hanno diverse ripercussioni sul nostro ambiente marino, basti pensare che per smaltire una sigaretta servono dai 10 ai 30 anni, inoltre essa disperde delle microplastiche che si diffondono nei mari che vengono poi assimilate dai pesci dei quali ci cibiamo. Si stima infatti che il 40% dei rifiuti nel Mediterraneo sono mozziconi di sigarette e che ogni giorno circa 5 milioni di essi vengono gettati in mare.

Re-Re-Re

L’importanza del RICICLO, consigli da seguire

Riciclaggio come stile di vita

La gestione corretta dei rifiuti è un tema ad oggi sempre più sentito, poiché si è appreso che gestire in maniera consapevole il rifiuto può portare grandi benefici in termini di ecosostenibilità. La salvaguardia del nostro pianeta è infatti un tema molto attuale, che ci accomuna.

Il riciclaggio di rifiuti si inserisce quindi in un contesto contemporaneo dove il recupero dei materiali, che prima erano di solo scarto, diventa un’operazione sempre più comune in tutto il mondo, per fare in modo di dar vita a nuovi prodotti che, fino a qualche anno fa, neanche si potevano immaginare.

Ma come è possibile realizzare questo concetto di riciclo dei rifiuti?
Se seguirete questi 10 consigli sarà molto più semplice e divertente riciclare.

1. Iniziare a riciclare nel nostro piccolo, cercando di “auto-obbligarci” a rispettare le regole del riciclo dei rifiuti.

2. Imparare a separare correttamente i rifiuti
Riciclare non è semplice, occorre sempre informarsi bene su dove ogni rifiuto debba essere gettato. Possiamo farlo leggendo sui cassonetti presenti in strada o direttamente sull’etichetta delle confezioni.

3. Lavare sempre i rifiuti prima di differenziare
E’ importante rimuovere eventuali residui di cibo e altri materiali dai contenitori vuoti prima di gettarli negli appositi bidoni. Ciò serve per evitare il formarsi di insetti o animaletti che rimarrebbero in casa fino a quando la spazzatura non verrà smaltita.

4. Rifiuti speciali
I rifiuti speciali sono quei rifiuti  che a differenza di quelli urbani sono provenienti da operazioni di edilizia, ristrutturazione o rifacimento del giardino.

5. Gestione dei rifiuti in casaraccolta-differenziata
Per poter garantire una giusta gestione dei rifiuti è necessario differenziare i bidoni in casa. Meglio acquistare bidoni con colori diversi, così sarà più semplice fare la raccolta.

6. Cerca di stimolare i tuoi amici e conoscenti a riciclare
Dobbiamo cercare tutti di spiegare alle persone quanto sia importante salvaguardare l’ambiente in modo tale che tutti si possano adoperare in casa con la raccolta differenziata.

7. Acquista prodotti riciclati
Non basta solo riciclare le materie prime per salvare il pianeta,
occorre quindi cercare di acquistare prodotti già riciclati in modo da evitare il consumo di altre materie prime.

8. Riduci il volume della tua spazzatura
Anche se svolgiamo una buona raccolta differenziata, l’idea di base è quella di limitare i rifiuti allo stretto indispensabile e, se si crea spazzatura, differenziarla. In sostanza ,dobbiamo quindi cercare di acquistare prodotti che contengono meno involucro possibile, prediligendo così oggetti incartati in maniera semplice e con materiali riciclati e riciclabili.

9. Ricicla nel tuo ambiente di lavoro
Molto spesso accade che in ufficio si crei un unico contenitore con tutta la spazzatura prodotta. A seconda di quale sia il tuo lavoro, cerca di stimolare la raccolta differenziata anche li. Ad esempio, potresti mettere un cestino sotto alla tua scrivania che possa catturare tutta la carta; in aggiunta, potrai disporne uno per la plastica, mentre se ti capita di mangiare in ufficio, uno per l’umido.

10. Cercare uno stile di vita senza plastica
Lo stile di vita che decidi di adottare sarà fondamentale per la tutela del nostro pianeta. Molti lidi in località balneari hanno già adottato questo stile, molti locali e supermercati offrono tutto quello che occorre per evitare l’uso della plastica.

Insomma, sii il cambiamento che vorresti essere.

Re-Re-Re

RIDURRE i rifiuti, una necessità per tutti

Un enorme spreco di risorse

Ogni giorno, inconsapevolmente, tendiamo a sprecare risorse che ci offre la nostra Terra e tutto ciò che viene prodotto attraverso queste. L’uso continuo e abituale, ci fa scordare che non tutte possono essere rinnovate ed una volta terminate non sarà più possibile tornare indietro.

La riduzione della produzione dei rifiuti alla fonte è la scelta primaria nella gestione dei rifiuti. Usare una quantità minore di materiali per un prodotto equivale a ridurre l’estrazione e la lavorazione di materie prime e, contemporaneamente, la necessità di smaltimento.

Perciò dovremmo iniziare ad orientarci verso un consumo più attento e riducendo gli sprechi, che faccia bene a noi e al pianeta.

Le quattro macro categorie a cui dobbiamo prestare la maggiore attenzione sono: acqua, cibo, energia elettrica e plastica.
Di seguito ci focalizzeremo sulla categoria PLASTICA: perché non basta riutilizzarla e riciclarla correttamente, è assolutamente necessario ridurne lo spreco: pensa ai prodotti monouso che vengono subito buttati via oppure agli eccessivi imballaggi.

Il problema dell’inquinamento da plastica

Sai quanto tempo impiega una comune bottiglia di plastica per degradarsi?
All’incirca 450 anni, mentre un sacchetto ne impiega circa 30 con il conseguente rilascio di sostanze inquinanti e dannose per l’ambiente e per tutti gli esseri viventi.
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La plastica iniziò a diventare un elemento presente in tutti i settori della società, a partire dai primi del 900con graduale aumento fino ai giorni nostri ed è uno dei materiali più presenti nella nostra vita quotidiana.

Tanto utile quanto nociva, rappresenta l’espressione più evidente delle problematiche climatiche relative alla sfera dei consumi. Attualmente, nonostante questo materiale sia la seconda maggiore fonte di emissioni di gas serra, la sua produzione non cessa e anzi continua ad aumentare.

Ma con le giuste azioni e piccoli accorgimenti possiamo fare molto per salvare il pianeta e convincere gli altri ad operare allo stesso modo. Ma vediamo più in dettaglio.

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La plastica biodegradabile: una soluzione

Il ricorso alla plastica biodegradabile rappresenta una soluzione. Con il termine bioplastiche ci si riferisce alla plastica di origine rinnovabile, che può essere biodegradabile e/o compostabile. Più del 90% di tutta la plastica mai prodotta, non è mai stata riciclata.

I sistemi di riciclo non sono in grado di far fronte alla crescente massa di rifiuti che vengono prodotti, perciò è più facile che la plastica finisca in discarica, bruciata o dispersa nell’ambiente che riciclata.
L’ostacolo più grande è acquisire consapevolezza degli oggetti in plastica che acquistiamo e utilizziamo ogni giorno.

Consigli su come sostituire la plastica monouso

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  • Minimizza l’acquisto di prodotti con imballaggi eccessivi
  • Usa contenitori per cibo ecologici come ad esempio barattoli di vetro
  • Invece che comprare le salse inizia a produrle in casa

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.…e all’esterno

  • Fai uso della tua tazza o borraccia per bere tè/caffè in ufficio o a scuola
  • Porta sempre con te una borsa riutilizzabile, utile per i tuoi acquisti
  • Utilizza cannucce riutilizzabili, in bamboo, acciaio o biodegradabili

Il progresso è meglio della perfezione

È facile sentirsi scoraggiati o pensare che non si stia facendo abbastanza quando vediamo come sono ridotti alcuni angoli delle nostre città ma quando si tratta di sostenibilità ogni piccolo passo fa la differenza. Bisogna continuare a fare del nostro meglio perché gli ambienti “imperfetti” sono i benvenuti.

Riviera

Il progetto continua…dal 2019 al 2022

Dopo due anni in cui la pandemia ce lo ha impedito, siamo tornati finalmente a fare quello che amiamo: il nostro progetto plastic free e ripulire le nostre adorate spiagge.

Il 25 marzo, i ragazzi del terzo anno dell’Istituto Marco Polo di Rimini si sono impegnati tutti assieme, con l’intento di raccogliere i rifiuti presenti sulla spiaggia antistante la scuola, realizzando una grande opera di generosità verso l’ambiente e le creature che lo popolano.

Ci siamo resi conto che sulla nostra riviera c’è una mole notevole di rifiuti di ogni genere, come bottiglie di vetro, tappi, reti da pesca, mascherine… insomma, soprattutto plastica, che dopo la movimentata stagione estiva torna a riva con le onde. I nostri ragazzi sono riusciti a raccogliere ben 10 sacchi pieni di rifiuti!

Ad oggi, nel 2022, il progetto è più vivo che mai: invitiamo anche voi a comportarvi nella medesima maniera e di propria spontanea iniziativa, l’ambiente vi ringrazierà!

Il nostro scopo è quello di sensibilizzare più persone possibili al non inquinare, a capire che questo problema è reale e riguarda tutti noi allo stesso modo.

Di seguito, una carrellata di foto del lavoro dei ragazzi.