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Non buttare, inizia a riusare!

In Italia si conta che nell’ultimo decennio siano state prodotte circa 1.500.000 tonnellate di rifiuti tessili. Equivalgono in media a 50 capi a persona.

Con l’approvazione del pacchetto rifiuti europeo, tutti gli Stati Europei dovranno rendere obbligatoria, a partire dal 2025, la raccolta differenziata dei vecchi indumenti usati. Questo sta già accadendo in Italia per esempio con associazioni come l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e la CONAU (Associazione Nazionale Abiti e Accessori Usati), che sono responsabili della gestione dei rifiuti tessili attraverso gli appositi cassonetti, al fine di minimizzare gli sprechi e garantire il corretto smaltimento dei capi.

Lo stile di vita da adottare è quindi quello di produrre meno rifiuti e aumentare la raccolta differenziata dei capi d’abbigliamento.
Grazie alla raccolta e quindi al riciclo dei rifiuti tessili si dà a questi vestiti una nuova vita.

In Emilia Romagna, per esempio, il progetto “Recooper” (promosso per la raccolta e lo smistamento dei vecchi vestiti usati nelle province di Modena, Bologna e Ferrara) dona gran parte dei capi raccolti a piccoli villaggi africani, come in Camerun, mentre il resto viene riciclato oppure smistato appunto tra le province.

Cosa possiamo fare noi a Rimini?
Anche Rimini e la sua provincia fanno tanto per ridurre gli sprechi tessili.
D’estate o d’inverno infatti a Rimini si tengono ogni anno centinaia di mercatini, i cui consueti orari e giorni sono ormai diventati noti a tutti. Uno dei più grandi nella regione dell’Emilia Romagna è quello che si tiene rispettivamente il mercoledì e sabato mattina, nel quadrante Est del centro storico, che è diventato un vero e proprio centro commerciale. Particolarmente frequentati nei mesi estivi, da giugno a settembre sono i mercatini che animano il lungomare di Rimini. Ogni sera, a cadenza settimanale, gli stand sgargianti si spostano da una zona a un’altra percorrendo tutto il lungomare.

Il tipo di merce che prevale in questi mercatini è il vestiario. La città di Rimini, come la sua provincia, infatti, promuove il riutilizzo dei capi di abbigliamento usati attraverso l’autorizzazione della messa a punto di mercatini, che non solo sono attrazioni per i turisti, ma anche delle modalità di riciclo.

Esistono poi altri modi attraverso i quali si possono ridurre i rifiuti tessili, uno tra i quali è il donare alla Caritas, l’organo pastorale della diocesi di Rimini, che fa dei vestiti ricevuti una vera e propria risorsa per i  missionari nei paesi poveri. Anche il  Campo Lavoro Missionario a Riccione,  ha lo scopo di finanziare alcuni progetti missionari nei paesi poveri attraverso la vendita di materiali di scarto.

Ultimo ma non per importanza, è diventata sempre più diffusa la modalità di vendita attraverso delle applicazioni, che permettono a venditori e clienti di svolgere la transazione comodamente da casa, un esempio potrebbe essere l’app di Vinted.

Vinted è un’applicazione che ha fatto riscoprire a molte persone quanto possa essere bella la moda di seconda mano. E’ un giro di affari che sta crescendo sempre più, che ha portato molte persone a rivalutare il valore dei capi usati e molte altre sono riuscite  a ridurre lo spreco di vestiti!

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RACCOLTA differenziata e COMPOSTAGGIO

Le 5 “R” rappresentano i passi da seguire per ridurre i rifiuti domestici. Nello specifico la prima “R”, Ridurre, si riferisce alla prevenzione dei rifiuti, la seconda, Riuso, a consumare in modo responsabile e sostenibile e le ultime tre, Riciclo, Raccolta e Rot, riguardano lo smaltimento dei rifiuti.

Abbiamo già parlato precedentemente di Ridurre, Riuso e Riciclo.
In questo articolo andremo ad approfondire le altre due R che chiudono il cerchio della gestione dei rifiuti.

Raccolta differenziata

Raccogliere è un’altra R fondamentale che serve per avere uno stile di vita sano ed ecologico. La raccolta differenziata è la migliore alternativa allo smaltimento dei rifiuti. Per smaltire e riciclare correttamente i rifiuti, è necessario che siano mantenuti divisi a seconda del tipo di materiale di cui sono costituiti. (per esempio carta, plastica, vetro, umido etc…). L’obiettivo a cui dobbiamo tendere è quello di giungere alla netta separazione tra rifiuto secco e rifiuto umido.

Separare il più possibile è importantissimo, perché permette di limitare la crescita delle enormi discariche e recuperare le materie prime di cui sono composte.
Ma la cosa più importante rimane quella di produrre meno rifiuti possibile. Se non si effettua la differenziata e si creano discariche a cielo aperto, il problema riguarderà tutti.
Ogni cittadino, infatti, con coscienza, è tenuto a porre un limite allo spreco delle risorse e all’inquinamento.

I vantaggi per l’ambiente

Il risparmio che si ricava è elettrico, idrico e nelle materie prime. Ogni volta che la spazzatura non viene riciclata, finisce nelle discariche o negli inceneritori, danneggiando gravemente l’ambiente. Fare la raccolta differenziata quindi aiuta l’industria e fa risparmiare energia, perché permette di recuperare materie prime in modo economico. Il principale vantaggio risiede nella maggiore sostenibilità economica di un prodotto riciclato rispetto ad uno ottenuto processando materie prime.

Grosso pericolo per la nostra salute

Rifiuti per stradaNe risentono, infatti, anche terra ed acqua con inevitabili ripercussioni sugli alimenti che vengono messi quotidianamente sulle nostre tavole, gran parte dei quali a rischio contaminazione. Anche se, purtroppo, in Italia si continua a produrre una quantità di rifiuti eccessiva rispetto a moltissimi altri Paesi Europei. Ci sono anche degli aspetti positivi in tutto questo. Città, come i comuni di Treviso, Pordenone e Belluno che possono vantare il titolo di amministrazioni “rifiuti free”.

Questi esempi dimostrano che adeguarsi è possibile: e questo diventa un dovere morale, ancor prima che civico perché la raccolta differenziata è un dovere! E anche un diritto.

Compost in cassetta

ROT: compostaggio dell’umido

Rot si traduce letteralmente con compostare o “ridurre in compost il resto”. Per alcuni sarà possibile fare compostaggio in casa o in giardino utilizzando una compostiera domestica, per altri la raccolta differenziata dell’umido organizzata dal proprio comune sarà la soluzione migliore. L’importante è che gli scarti di cibo non finiscano nell’indifferenziata e in discarica.
La parte dei rifiuti non riciclabile e/o non riutilizzabile, invece, può essere trasformata in energia termica e/o elettrica negli impianti di termovalorizzazione, sempre in alternativa all’uso della discarica.

Perché?

Il “colorato” problema della raccolta differenziata

A tutti è capitato, spostandosi da un Comune italiano all’altro, di notare la grande differenza dei colori per identificare visivamente i contenitori della raccolta differenziata.
I comuni e le province possono infatti stabilire autonomamente gli elementi grafici e i colori dei recipienti. Così facendo però mettono in difficoltà le persone e penalizzano l’efficacia della raccolta differenziata.

Nuova normativa europea

Il 28 settembre 2017 è stata pubblicata una nuova norma, UNI 11686 sui Waste Visual Elements, ossia gli elementi visivi identificativi dei bidoni.
La norma ha lo scopo di facilitare e rendere univoca l’identificazione dei contenitori dedicati alla raccolta dei rifiuti al fine di migliorare la raccolta differenziata in tutta Europa.
La UNI 11686 definisce i colori e gli ulteriori elementi di identificazione visiva per facilitare il riconoscimento del cassonetto giusto nel quale riporre i rifiuti.

I colori stabiliti per il giusto riconoscimento sono:

bidoni raccolta differenziata

  • blu per la carta
  • giallo per la plastica riciclabile
  • turchese per i metalli
  • verde per il vetro
  • grigio per l’indifferenziato

Chi si è adattato

L’Italia è il primo Stato europeo a dotarsi di questa norma che ha il fine di favorire l’obbiettivo UE di raggiungere il 65% di raccolta differenziata da parte di tutti i consumatori e avviare, per almeno il 50% di essi, un processo di recupero e trasformazione dei rifiuti.
Con rammarico, dobbiamo però constatare che la norma è ancora poco applicata, forse ormai dimenticata.

bidoni colorati per raccolta differenziataA Milano, a Napoli e a Roma per esempio, i colori dei cassonetti differiscono tra loro creando disordine e confusione.

E’ il caso del cassonetto verde, utilizzato a Roma per l’indifferenziato e a Milano e Napoli per il vetro.

Altro esempio è il cassonetto blu, adoperato a Roma per vetro, plastica e metallo, a Napoli per l’indifferenziato, mentre a Milano non esiste.

Per ora ci da speranza Torino, che nel maggio del 2021 ha lanciato l’idea di unificare in tutto il Piemonte il colore dei contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti entro il 2024.

Altra buona notizia arriva da Valenza, sempre in Piemonte, che ha acquistato 140 cassonetti a norma UNI 11686 con i versamenti dei cittadini.

Cosa possiamo fare noi

Dato che l’Europa non vuole applicarsi e adattarsi alla norma, nel frattempo anche noi nel nostro piccolo possiamo contribuire alla risoluzione del problema, utilizzando gli stessi sacchetti per la raccolta dei rifiuti e differenziandoli nel modo corretto.
Dobbiamo tenere a mente che:

rifiuti non riciclati correttamente

  •  il giallo simboleggia i rifiuti in plastica
  • il neutro trasparente (biodegradabile) i rifiuti organici
  • l’azzurro la carta e il cartone
  • il verde i vetri e i metalli
  • marrone per l’organico
  • il grigio/bianco trasparente i rifiuti indifferenziati
  • il rosa, i sacchetti profumati, per uso bagno

Infine, buona pratica sarebbe quella di acquistare sacchetti compostabili, un materiale che non solo è biodegradabile (dunque che si decompone facilmente), ma anche disintegrabile e il cui processo di decomposizione avviene in meno di 3 mesi, a differenza dei sacchetti di plastica normali che impiegano dai 10 ai 30 anni.

Basta davvero poco per fare la differenza e contribuire nella corretta suddivisione dei rifiuti per la raccolta differenziata!